Tre o quattro millenni or sono la figura dell’agopuntore si confondeva con quella dello sciamano, “Uomo della Medicina” cui era riconosciuta la capacità armonizzare all’interno del corpo umano le forze del Cielo e della Terra (Qi), che si riteneva presiedessero ai fenomeni vitali. La malattia derivava dalla rottura dell’equilibrio tra queste forze e la capacità dello sciamano consisteva nel colpire ed uccidere con aghi acuminati i demoni che si erano annidati all’interno dei tessuti e che vi provocavano dolore.
Attualmente si può affermare che il medico agopuntore ha come scopo principale il riequilibrio delle funzioni organiche, al fine di prevenire e di curare le malattie.
I numerosi studi effettuati dal 1960 (Melzack e Wall) in poi hanno dimostrato che le teorie della MTC sono supportate da un preciso substrato anatomo-funzionale.
Si è così accertato che il punto di agopuntura è un’entità anatomica reale costituita da un’unità vasculo-nervosa e che la stimolazione del punto provoca liberazione di endorfine e di altri neuromediatori a livello centrale e periferico. Inoltre, nei casi di sezione midollare o nervosa periferica l’agopuntura perde la sua efficacia, e ciò dimostra che la sua azione è mediata dal sistema nervoso.